Francesca Duranti

Da qualche vecchia scatola escono ricordi chiusi lì, fermati nel tempo.
C’è chi osserva quegli affetti che hanno riempito i nostri giorni con malinconia e chi invece se ne riappropria.
Per Angelo Buonumori diventano “file” di un database di ricordi, niente più scatole impolverate. Le opere proposte in questa piccola esposizione sono presenze leggere, mai aggressive, garbate, seppure incisive nella loro comunicativa.
Dietro l’apparente immobilità, si cela un ritmo vitale che i personaggi evocano dalla spontaneità dei loro volti.
La trasparenza del supporto, il virtuosismo dell’arte digitale, donano a quelle fotografie un “effetto speciale” che evoca situazioni lontane, quasi cinematografiche, di un tempo che fu, un tempo indefinito, anche se leggendo le date, spesso nascoste nel gioco dell’acronimo, la magia si svela e la mente si ferma a ricordare.
L’occhio del fotografo che realizzò quelle istantanee fu casuale, erano affetti personali.
Ma chi quelle fotografie rievoca oggi è l’occhio dell’artista, insieme pubblicitario, che sa creare emozioni con le immagini.
Buonumori ci regala così alcuni minuti di meraviglia e di emozioni, traendole dalla sua collezione privata.
Attraverso le trasparenze, i volti ci osservano dal loro stato cristallizzato, ma reso vivo dalla mano del creativo.
Ci sono alcuni ritratti che evocano le immagini di Robert Doisneau: fotogrammi pieni di emozioni, attraverso i quali, immagine dopo immagine, riesce a raccontarci storie piene di poesia e di amore.
Avrei potuto farmi raccontare dall’artista le storie celate dietro quelle immagini e il perché della scelta di alcuni personaggi rispetto ad altri, ma credo che le motivazioni debbano rimanere nella sfera dell’intimità.
A noi è data la possibilità di goderci la sensazione di un tempo e di uno spazio in cui tutto sembra malinconicamente perfetto, incorniciato dentro ad impercettibili linee grafiche e giochi chiaroscurali che mettono in evidenza persone o semplicemente un mazzetto di istanti di vita.