Franco Federici

Le rappresentazioni di Angelo Buonumori non si guardano soltanto perché fanno vivere più cammini annodati in uno e lo studio della figura umana diviene avventura del personaggio rappresentato, sono un viaggio tra luce, filosofia, scienza, e mito comunicativo.
Così un modernissimo autore partendo dalla concretezza di tecniche altrettanto moderne parla di storie, leggende, ingegno e corpo, racconta una storia insomma. È inevitabile il raffronto con il mito dell’umanesimo rinascimentale. Si entra in un clima che non ha riscontro nella fissità della realtà quotidiana. E la modernità irrompe e si sviluppa una analisi comunicazionale.

Nella sua cornice, il cosiddetto setting, tutto è in opera come messaggio. Così ritrovi la genesi delle regole stesse in una alternanza espressione-ascolto nello svilupparsi di una relazione costruita sull’intreccio di tre livelli metaforico, simbolico, reale. E’ uno spettacolo aperto, relazionale ma di una relazionalità speciale intra e inter-psichica.

La rappresentazione che ne esita dischiude piani di esperienza che in precedenza non mi è capitato di veder porre in essere. Si sviluppano fenomeni percettivi di doppie immagini mentali che possono apparire non solamente negli esperimenti scientifici sulla percezione visiva con le quali mi è occorso di lavorare, o in elaborazioni grafiche, ma la dimensione ricercata da Angelo Buonumori trasforma le forme della vita nella correlativa attività umana che ne scaturisce. In queste comunicazioni visive ci sono sempre due componenti, l’informazione e il supporto.

Componenti staccabili e studiabili in diversi raggruppamenti e il supporto evidenzia che è stato controllato sia come codice visivo che come mezzo materiale. Il codice è stabilito non come un “a priori” in modo strumentale ma è “sorto” come espressione articolata di un certo stile di vita. Queste tele sono modulate a quattro dimensioni con la quarta che è la trasformazione di un modulo in una sua espressione simbolica. Ogni forma è strutturata in modo tale che la caratterizzazione materica non si presenta solo come materia ma come espressione formale che può anche non essere legata alla pura e semplice struttura.

Viene proposto un esercizio che consiste nel trovare linee o piani di collegamento che sono situati dentro l’elemento plastico e che ne vanno oltre. Così i temi rappresentati come natura della persona continuano a far suscitare domande nel desiderio di scoprire qualcosa in più, l’incertezza, la possibile contraddizione, non alimentando soltanto la conoscenza del soggetto ma il dubbio della conoscenza. Compare talora il mito del doppio che opera la razionalizzazione che permette di spiegare il perché della presenza o dell’assenza che se ne estrae. In sostanza si tratta di un linguaggio e di una scrittura pittografica che esprime la doppia esistenza dell’essere rappresentato e delle cose con le quali si correla. Dunque l’immagine non è una semplice immagine, essa porta con sé e in sé le rappresentazioni della persona con una compresenza degli eventi che si sviluppano intorno ad essa. Questo processo mentale e percettivo è propriamente una operazione che mi piace chiamare “magica”. E’ rito di evocazione, di rappresentazione immaginaria e insieme possibile e concreta. C’è un legame dunque tra l’immaginazione, l’immaginario, la magia d’arte e i processi esecutivi. Così rappresentazione e acronimo coniugano alle immagini e ai simboli gli eventi che circondano l’essere rappresentato.

Attraverso il segno, il graffito, il disegno, l’opera acquista una esistenza mentale e autonoma.
Angelo Buonumori da artista, pittore, pubblicitario, poeta, si rivolge, lasciatelo dire a me per lui, a ogni visitatore con una espressione che il Bauhaus con Walter Gropius ci ricorda: “l’errore pedagogico fondamentale dell’Accademia consisteva di puntare sul genio invece che sulla media”.

Attenzione non è una banalizzazione dell’arte ma il criterio fondamentale della sua generalizzazione nel senso chiaramente espresso da Gor’kij: “è un’artista colui che elaborando le proprie impressioni soggettive sa scoprirvi un significato oggettivo generale ed esprimerle in una forma convincente”.